Iniziativa Anief “Sostegno: non un'ora di meno!” – Il Tribunale ribadisce che negare le ore di sostegno è discriminazione

Il Tribunale ordinario di Roma, con provvedimento urgente ed emanato “inaudita altera parte” ordina al Ministero dell'Istruzione la cessazione del comportamento discriminatorio e l'immediata attribuzione a un alunno con disabilità grave iscritto alla scuola dell'Infanzia del massimo delle ore di sostegno consentito, pari a 25 ore settimanali. Marcello Pacifico (Anief): “Orgoglioso della nostra battaglia per tutelare i nostri figli più deboli su cui lo Stato vorrebbe risparmiare”. Sempre possibile contattare il nostro sindacato per nuove segnalazioni di sostegno negato scrivendo a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Dal Tribunale ordinario di Roma arriva una nuova vittoria targata Anief con l'iniziativa 'Sostegno, non un'ora di meno!' promossa per la tutela dei diritti degli alunni con disabilità. Un alunno disabile cui il Ministero ha negato il corretto apporto di ore di sostegno ha finalmente avuto ragione in tribunale grazie alla rete di legali Anief che agiscono gratuitamente per le famiglie su tutto il territorio nazionale. Ancora una volta è il Tribunale di Roma, su ricorso patrocinato con estrema perizia dagli avvocati Walter Miceli, Ida Mendicino e Andrea Maresca, a evidenziare come “Nel caso di specie vi è prova della sussistenza dell’handicap grave del minore così come sopra descritto e riportato nel PEI, che individua nel numero di 25 il numero di ore settimanali di sostegno per l’a.s. 2019-2020, in luogo delle 10 ore effettivamente assegnate” e a imporre all'Amministrazione l'immediata cessazione della condotta discriminatoria con un provvedimento esemplare ed emanato inaudita altera parte, cioè ancor prima dell'udienza cautelare, che “ordina l’assegnazione a favore dell'alunno, per l’a.s.2019-2020, di un docente di sostegno in grado di assicurargli la fruizione del numero massimo di ore di sostegno a ritenute indispensabili nel PEI, pari a 25 ore settimanali in rapporto 1:1”.

IL PROVVEDIMENTO

“Non vi è dubbio – si legge nel provvedimento del Tribunale di Roma - che sussista in capo al minore affetto da handicap grave il diritto a ricevere il numero adeguato di ore di sostegno (...) per garantire al medesimo, nel suo primario interesse, il pieno godimento dei diritti fondamentali, tra cui il suo diritto alla integrazione scolastica e sociale, nonché quello allo studio, permettendogli di sviluppare liberamente la propria persona nel corso degli anni, eliminando le eventuali disuguaglianze derivanti da condotte discriminatorie” e tiene a precisare come non possono “in alcun modo supplire le 10 ore di AEC settimanali assegnate dall’istituto Scolastico, non potendo integrare adempimento di quanto disposto dal PEI depositato, dove si fa chiaro riferimento ad una necessità di attività didattica di sostegno per il massimo delle ore disponibili (dunque 25 ore settimanali). L’insegnante di sostegno e l’assistente educatore comunale svolgono, infatti, mansioni differenti: l’assistente di sostegno è un docente specializzato, avente compiti e responsabilità uguali a quelle degli altri docenti, mentre, l’assistente educatore comunale ha compiti di affiancamento alla struttura scolastica durante la frequenza dell’istituto da parte dell’alunno disabile, al fine di sostenere ed aiutare quest’ultimo”. Ritenendo, pertanto, “senz’altro sussistente l’estrema urgenza di provvedere in quanto il minore sta subendo un grave danno, che si aggrava ogni giorno che passa, poiché la mancata assegnazione del numero di ore di sostegno ritenute indispensabili dal PEI non permettono l’adeguata scolarizzazione ed integrazione scolastica e sociale del minore stesso, violando rispettivamente il diritto all’istruzione e alla integrazione del minore portatore di handicap”.

IL COMMENTO DEL PRESIDENTE PACIFICO

La contestuale presenza in classe accanto all'alunno del docente specializzato – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – costituisce per espressa previsione legislativa e come ribadito anche dalla Corte Costituzionale un indispensabile strumento per adempiere alle "ineliminabili forme di integrazione e di sostegno" a favore di quegli alunni che altrimenti non vedrebbero adeguatamente garantito il loro diritto all'istruzione, all'integrazione e allo studio. L’attribuzione di un numero di ore di sostegno inferiore a quello ritenuto congruo dal PEI determina una vera e propria contrazione di diritti fondamentali concretizzando un’illecita discriminazione. Siamo orgogliosi della nostra iniziativa, ma ci chiediamo come sia possibile che lo Stato italiano, in nome del risparmio di spesa, possa pensare di violare così palesemente i diritti dei nostri figli più deboli”.

Anief ricorda che l'indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. è a disposizione di tutte le famiglie, dei docenti e dei dirigenti che necessitano del nostro intervento per ottenere per ogni alunno il giusto apporto di ore di sostegno prescritto dal PEI nel pieno rispetto della normativa e dei diritti degli alunni disabili.

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